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Sergio Costa: ora tocca all’Italia

L’Italia sarà co-presidente della preCOP di Milano e la COP26 di Glasgow. Oltremare ha raccolto le varie interviste rilasciate dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa al giornalista durante la COP25 di Madrid

Italy will co-chair the pre-COP in Milan and COP26 in Glasgow. Oltremare has collected the various interviews released by Environment Minister Sergio Costa, to the author during the COP25 in Madrid

Ministro Sergio Costa, PreCOP e Youth for COP saranno due eventi centrali per la riuscita della COP26 a Glasgow, dove gli stati dovranno portare gli impegni per il quinquennio 2020-2025 per ridurre le emissioni di gas serra.
Sono due eventi di grande importanza. Ma va spiegato subito che l’Italia avrà un grande ruolo anche a COP26. Infatti abbiamo una cabina di regia congiunta con il Regno Unito per COP26, la PreCOP e Youth for COP. Le nostre delegazioni lavoreranno congiuntamente per ottenere il massimo successo ai negoziati. La Pre-COP costituirà i lavori preliminari per l’evento di Glasgow e Youth for COP sarà un negoziato che includerà i giovani dei 196 paesi dell’Accordo di Parigi.

Quando si terranno?
Abbiamo deciso di fare questi due eventi a Milano, a inizio Ottobre 2020. Una delle ragioni della scelta è stato il grande entusiasmo del Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e il sostegno del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Ci sarà quindi una cabina di regia congiunta tra tutti e tre i livelli, con tre colori politici differenti, segno di unità. Milano è una città giovane, che dal punto di vista ambientale sta facendo un percorso significativo. Ha una capacità di ricezione molto forte e rappresenta una best-practice italiana. COP26 invece si terrà a Glasgow, in UK, dal 9 al 19 Novembre 2020.

Per l’Italia sarà un momento importante dal punto di vista della politica e della diplomazia
Il 2020 sarà un anno importantissimo per la lotta ai cambiamenti climatici e sicuramente l’Italia sarà in primo piano. Per questo ci sarà bisogno dell’azione e il coinvolgimento dell’intero sistema Paese. È importante che si mobiliti anche la Farnesina, con Luigi di Maio, per cercare accordi diplomatici al fine di chiudere i temi rimasti aperti, come l’art.6, e spingere per l’ambizione post-2020. È una chiamata alle armi per tutti.

Come saranno caratterizzati questi due eventi italiani?
Porteremo un imprinting culturale italiano molto forte e cercheremo un processo decisionale molto inclusivo. Si metteranno in rilievo temi rilevanti per l’Italia come l’agricoltura sostenibile, la moda ecologica, l’economia circolare. Cercheremo di caratterizzare questi eventi non solo dal punto di vista formale, ma anche mettendo insieme arte, cultura e clima in tanti side event a Milano e in tutta Italia. Sarà un momento di grande sensibilizzazione per gli italiani. Parlare di moda e impatti sul clima è un modo per avvicinare tanti giovani che sono poco interessati al tema. Oppure lo spreco alimentare, tema sul quale Milano è molto forte. In generale l’Italia ha tanto da raccontare.

Il Youth for COP sarà una fotocopia della conferenza sul clima dell’UNFCCC?
No, l’idea è strutturarla sentendo le associazioni di settore e i tanti ragazzi che lavorano su questo tema, i giovani delle delegazioni e soggetti come l’inviata speciale UN per i giovani, Jayathma Wickramanayake. A Youth for COP saranno invitati giovani da 196 paesi, probabilmente due giovani per delegazione. I “giovani negoziatori” saranno selezionati attraverso le delegazioni dei paesi in arrivo alla PreCOP che li accompagneranno, in modo da scegliere giovani competenti e brillanti, per merito. Sarà divisa in gruppi tematici di lavoro, mitigazione, adattamento, ecc. che saranno affiancati da facilitatori esperti. Questi gruppi dovranno produrre sintesi di lavoro.

Tanti ragazzi italiani chiedono maggiore ambizione all’Europa e all’Italia: tagli alle emissioni del 65% al 2030, decarbonizzazione piena al 2040, carbon tax. Cosa risponde a queste richieste?

MI fa piacere che i giovani spingano per avere più ambizione perché l’ambizione è il centro gravitazionale di ogni azione legata all’Accordo di Parigi. Questo non può che farmi piacere. Però dev’essere anche un’ambizione realistica, dobbiamo capire come possiamo raggiungere gli obiettivi. Una sostituzione tecnologica, applicata in un lasso di tempo eccessivamente ridotto può creare disoccupazione, e creare forti tensioni sociali. Quindi si fallisce nell’intento di scardinare il sistema. Se invece l’azione è strutturata in modo continuo, coerente, con paletti chiari si possono raggiungere obiettivi importanti.

La proposta del EU Green Deal ci dà slancio nei negoziati e può essere una leva forte per il bilaterale con la Cina di ottobre.

Avrà un grande impatto positivo, la speranza è che sia l’inizio della transizione ecologica per l’economia europea. Auspico quanto dichiarato dal nostro commissario per gli Affari Economici Paolo Gentiloni, che gli investimenti green non siano più computati ai fini del rispetto del patto di stabilità, ovviamente con un corretto sistema di verifica e controllo per evitare rischi di greenwashing. Vorrebbe dire mettere in piedi un quadro di investimenti sostenuti da tutti i paesi UE. Il nostro governo ha già previsto nella legge di Stabilità 56 miliardi di euro pluriennali per l’Italian Green Deal. Dunque siamo allineati con la von der Leyen, che peraltro abbiamo sostenuto quando ha presentato la sua fase programmatica

Spingeremo per l’obiettivo di riduzioni del 55% o anche oltre, come fatto dalla Danimarca che ha come goal per il 2030?

L’Italia tiene alta l’ambizione ma attendiamo di vedere cosa fa l’Italia. Serve essere allineati e non correre in avanti.

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