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Località: Pllaçicat e Vokshit – Deçan (Credits: Longard Dervishaj/Happy Trails Kosovo)

Dall’aumento del flusso turistico e dei livelli di impiego al sostegno alle imprese locali, dopo la prima stagione turistica il progetto dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo mostra già l’impatto positivo del segmento kosovaro del cammino sulle Alpi Dinariche. Ma anche il grosso potenziale per il futuro dell’intera regione. Un articolo di Federico Baccini per Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa che riproponiamo su Oltremare.

Dall’aumento del flusso turistico e dei livelli di impiego al sostegno alle imprese locali, dopo la prima stagione turistica il progetto dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo mostra già l’impatto positivo del segmento kosovaro del cammino sulle Alpi Dinariche. Ma anche il grosso potenziale per il futuro dell’intera regione. Un articolo di Federico Baccini per Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa che riproponiamo su Oltremare.

Nell’ambito dell’iniziativa AID 12469/01/0, il progetto “Darna Fase V – La nostra casa. Sostegno ai servizi sanitari e di protezione per la città di Raqqa e la sua provincia”, finanziato dalla Cooperazione Italiana, e implementato dalla OSC “Un Ponte Per...” in partnership con DOZ International, include una forte componente di contrasto alla violenza di genere. 

Nell’ambito dell’iniziativa AID 12469/01/0, il progetto “Darna Fase V – La nostra casa. Sostegno ai servizi sanitari e di protezione per la città di Raqqa e la sua provincia”, finanziato dalla Cooperazione Italiana, e implementato dalla OSC “Un Ponte Per...” in partnership con DOZ International, include una forte componente di contrasto alla violenza di genere. 

La trasformazione digitale può essere una leva decisiva di autonomia economica per le donne che vivono in contesti socioeconomici fragili, ma se non è accompagnata da consapevolezza e protezione, rischia di aprire nuovi spazi di vulnerabilità.  

La trasformazione digitale può essere una leva decisiva di autonomia economica per le donne che vivono in contesti socioeconomici fragili, ma se non è accompagnata da consapevolezza e protezione, rischia di aprire nuovi spazi di vulnerabilità.  

Ogni anno, dal 25 novembre al 10 dicembre, la campagna internazionale dei 16 Giorni di Attivismo contro la Violenza di Genere rappresenta un richiamo globale all’azione: governi, società civile, organizzazioni internazionali e comunità locali si uniscono per rompere il silenzio, prevenire la violenza e promuovere l’uguaglianza di genere. In questo contesto, la Sede AICS di Addis Abeba rafforza il proprio impegno in Sudan ed Etiopia attraverso due iniziative emblematiche che intrecciano empowerment femminile, inclusione sociale, e protezione dai rischi di violenza: il progetto WE‑RISE! in Sudan e il Programma di prevenzione e risposta a GBV e alle problematiche di salute mentale in Etiopia. 

Ogni anno, dal 25 novembre al 10 dicembre, la campagna internazionale dei 16 Giorni di Attivismo contro la Violenza di Genere rappresenta un richiamo globale all’azione: governi, società civile, organizzazioni internazionali e comunità locali si uniscono per rompere il silenzio, prevenire la violenza e promuovere l’uguaglianza di genere. In questo contesto, la Sede AICS di Addis Abeba rafforza il proprio impegno in Sudan ed Etiopia attraverso due iniziative emblematiche che intrecciano empowerment femminile, inclusione sociale, e protezione dai rischi di violenza: il progetto WE‑RISE! in Sudan e il Programma di prevenzione e risposta a GBV e alle problematiche di salute mentale in Etiopia. 

Foto: Fatoumata Yossi

Un viaggio fotografico accanto all’anima, con il linguaggio universale della cooperazione. Immagini presentate alla Casa internazionale delle donne, a Roma: è il risultato di “un workshop collaborativo” di un mese nella capitale Bamako e di alcune missioni con le organizzazioni Coopi e WeWorld per documentare l’emergenza nelle regioni del Paese più a rischio.

Un viaggio fotografico accanto all’anima, con il linguaggio universale della cooperazione. Immagini presentate alla Casa internazionale delle donne, a Roma: è il risultato di “un workshop collaborativo” di un mese nella capitale Bamako e di alcune missioni con le organizzazioni Coopi e WeWorld per documentare l’emergenza nelle regioni del Paese più a rischio.

Foto: Ricardo Stuckert / PR

Lo scorso 22 novembre si è chiusa a Belém, Brasile, la COP30, segnata dalle complessità geopolitiche e sulle incertezze di come aumentare l’ambizione per contenere l’aumento medio delle temperature globali entro 1,5°C a fine secolo.

Lo scorso 22 novembre si è chiusa a Belém, Brasile, la COP30, segnata dalle complessità geopolitiche e sulle incertezze di come aumentare l’ambizione per contenere l’aumento medio delle temperature globali entro 1,5°C a fine secolo.

In occasione dei 16 Giorni di Attivismo contro la Violenza di Genere, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) della sede di Niamey celebra un’iniziativa che incarna concretamente il significato di emancipazione femminile: l’apertura dello Spazio Coworking del progetto Re.Mi. – Reti per la Migrazione Sicura, inaugurato il 6 novembre a Niamey. 

In occasione dei 16 Giorni di Attivismo contro la Violenza di Genere, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) della sede di Niamey celebra un’iniziativa che incarna concretamente il significato di emancipazione femminile: l’apertura dello Spazio Coworking del progetto Re.Mi. – Reti per la Migrazione Sicura, inaugurato il 6 novembre a Niamey. 

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