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L’arrivo in Italia di famiglie afgane attraverso un ponte aereo che ha consentito una rapida evacuazione umanitaria, ha scatenato un ammirevole slancio di una solidarietà nella popolazione.

Quello del Nation-building è un concetto morto e ora definitivamente sepolto. Nel Sahel, in Libia, in Iraq, in Bosnia, la comunità internazionale è chiamata in maniera diversa a costruire strategie nuove e di lunga visione che vadano oltre il semplice impegno militare.

Infrastrutture, capacità e competenze, sviluppo sociale. Questi sono i semi tangibili di 20 anni di cooperazione condotti dall’Italia in Afghanistan e che difficilmente potranno essere messi da parte anche dal repentino cambio di regime in atto nel Paese.

Due rifugiati afgani su tre scelgono il Pakistan per storia, cultura e vicinanza: qui inizia la speranza di un futuro tutto da ridisegnare.

Sperimentati con i profughi giunti in Libano e in Etiopia, possono essere riproposti per gli afgani. Parola di Giancarlo Penza, uno dei responsabili del progetto della Comunità di Sant’Egidio.

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