La tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale possono essere vettori di sviluppo nei Paesi partner. Per questo in Libano la Cooperazione italiana ha puntato anche sul restauro, la riabilitazione e il potenziamento di siti archeologici e musei. Un racconto

Si chiama Mount Hermon ed è il nome dato all’olio di oliva bio che adesso viene prodotto nel sud del Libano grazie a un progetto di Aics e Celim. Il progetto si è concluso da poco e ha portato all’apertura di mercati nuovi in Germania e in Giappone

L’impegno della Cooperazione italiana nel Libano delle tante crisi, ma anche della grande voglia di riscatto della popolazione, parte dalle potenzialità offerte dall’agricoltura nel tentativo di accendere una luce alla fine del tunnel

Su una superficie di poco più di 10.000 chilometri quadrati, il nostro Abruzzo, circa cinque milioni di Libanesi convivono con quasi due milioni di rifugiati, profughi e sfollati.  Numeri che fanno del Libano il Paese al mondo con la più alta percentuale di rifugiati rispetto alla popolazione

Un progetto in collaborazione tra Aics e Unido sfrutta le potenzialità del timo libanese per sviluppare piccole e medie imprese agricole

Nelle carceri sovraffollate del Paese che si affaccia sul Mediterraneo, a partire da Roumieh, il più grande in assoluto, la cooperazione italiana è presente con progetti a sostengo dei detenuti più fragili e per il miglioramento delle condizioni di vita.

I media influenzano le decisioni dei Paesi donatori. Con immagini che pesano nelle campagne elettorali. Lo evidenzia un nuovo studio. Insieme al bisogno di “illuminare le periferie”.