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Lo sviluppo dell’Africa è l’occasione per un ripensamento complessivo. Non va sprecata per obiettivi più immediati ed emergenziali che distoglierebbero da un’analisi di fondo : si tratta di una grande opportunità, da cogliere pienamente.

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Fare cooperazione coinvolgendo nuovi attori e mobilitando quindi risorse aggiuntive, nel rispetto dei principi dell’azione umanitaria e aprendo al tempo stesso a concetti finora appannaggio del mondo della finanza. Queste le linee su cui è stato impostato il Programme for Humanitarian Impact Investment (Phii), noto più semplicemente come Humanitarian Impact Bond.

Fare cooperazione coinvolgendo nuovi attori e mobilitando quindi risorse aggiuntive, nel rispetto dei principi dell’azione umanitaria e aprendo al tempo stesso a concetti finora appannaggio del mondo della finanza. Queste le linee su cui è stato impostato il Programme for Humanitarian Impact Investment (Phii), noto più semplicemente come Humanitarian Impact Bond.

Secondo il vice-ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, per l’Italia questo è “il momento della svolta”. O ci si chiude in se stessi o ci si apre al mondo, costruendo il futuro. Per farlo bisogna puntare sulle diaspore: ambasciatori ideali per il nostro Paese, anche nella prospettiva di uno sviluppo più sostenibile. E di una cooperazione migliore

Secondo il vice-ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, per l’Italia questo è “il momento della svolta”. O ci si chiude in se stessi o ci si apre al mondo, costruendo il futuro. Per farlo bisogna puntare sulle diaspore: ambasciatori ideali per il nostro Paese, anche nella prospettiva di uno sviluppo più sostenibile. E di una cooperazione migliore

Con la kefiah oppure in video con immagini di proteste e dimostrazioni, in ogni caso dando voce con le sue canzoni alle esigenze, ai sogni, alla rabbia dei giovani del suo Paese. Matador, nome d’arte di Babacar Niang, è una delle figure più importanti del panorama musicale hip hop del Senegal, e dal 2005 ha deciso di avviare un progetto a Pikine, popoloso sobborgo di Dakar, per offrire uno spazio di formazione, di musica, di progettualità per i giovani.

Con la kefiah oppure in video con immagini di proteste e dimostrazioni, in ogni caso dando voce con le sue canzoni alle esigenze, ai sogni, alla rabbia dei giovani del suo Paese. Matador, nome d’arte di Babacar Niang, è una delle figure più importanti del panorama musicale hip hop del Senegal, e dal 2005 ha deciso di avviare un progetto a Pikine, popoloso sobborgo di Dakar, per offrire uno spazio di formazione, di musica, di progettualità per i giovani.

Per chi studia i fenomeni migratori appare sempre più evidente come l’acqua e il suolo siano i principali fattori ambientali che condizionano la mobilità e che più risentono del cambiamento climatico. Ecco perché le crisi idriche e l’erosione di suolo sono state inserite tra le principali cause delle migrazioni dal Global Risk Report 2016.

Per chi studia i fenomeni migratori appare sempre più evidente come l’acqua e il suolo siano i principali fattori ambientali che condizionano la mobilità e che più risentono del cambiamento climatico. Ecco perché le crisi idriche e l’erosione di suolo sono state inserite tra le principali cause delle migrazioni dal Global Risk Report 2016.

La Cooperazione italiana interviene in Libia lungo due principali direttive: interventi di emergenza/aiuti umanitari e interventi per la resilienza, stabilizzazione e ricostruzione utilizzando sia il canale bilaterale che multilaterale. Per il biennio 2016-2017, l’importo erogato per interventi in Libia supera i 20 milioni di Euro.

La Cooperazione italiana interviene in Libia lungo due principali direttive: interventi di emergenza/aiuti umanitari e interventi per la resilienza, stabilizzazione e ricostruzione utilizzando sia il canale bilaterale che multilaterale. Per il biennio 2016-2017, l’importo erogato per interventi in Libia supera i 20 milioni di Euro.

Juan Castillo nel suo terreno nella comunita El Puesto. APAT l’ associazione produttori agroecologici Tarija, è nata dal progetto delle ONG Aspem e Renacc-Tarija finanziata dalla cooperazione italiana. Il gruppo di produttori formato da circa 200 famiglie, si dedica alla produzione biologica, in particolare dell’amaranto, antico grano andino. L’amaranto prodotto viene processato in una piccolo laboratorio collettivo per essere venduto in prodotti derivati.

Juan Castillo, contadino di una piccola comunità rurale di Tarija, Sud della Bolivia, è uno dei 200 membri della locale associazione di produttori di amaranto. Insieme alla moglie si dedica alla produzione di amaranto, uno pseudo cereale simile alla quinoa

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